“Facciamo un bambino adesso”, così scandisce la voce dell’autrice nel ritornello.
Infilata l’autostrada ho appena acceso lo stereo dell’auto prestatami per un lungo viaggio e – come un regalo – mi avvolge questo canto lieve, festoso e pieno di speranza. Un desiderio colmo di futuro e di primavera, fiorito dentro un abbraccio d’amore senza segreti; il sogno del regalo più bello “per questo mondo così spaventato”. Parole “che danzano nell’aria e sfidano la paura”.
Forse è troppo, ma – ascoltandolo – ho immaginato la gioia di Dio nel creare e ricreare il mondo: “Facciamo il mondo, facciamolo adesso!”. Come un desiderio impellente a cui non si resiste, sgorgante da qualcosa di irrevocabile, per sempre. Non è vicenda sepolta nei secoli, questa gioia; affiora – dall’eterno – in ogni attimo dei nostri giorni; dal varco della Pasqua di Gesù dilaga avanti e indietro lungo la linea del tempo e genera figlie e figli di Dio, dando a tutto ciò che accade il volto di un parto.
Per noi, ancora una volta, il dono di un viaggio, l’invito a un cammino: la Quaresima lo inaugura e ci porta a Pentecoste e oltre. Tendo l’orecchio e vorrei che il cuore percepisse, nitida e chiara, la Voce del desiderio di Dio che si rinnova e che – finalmente – mi trovasse pronto a dire: “Sì, adesso!”. Facciamolo, per questo mondo così spaventato.
Nota: questo articolo è stato pubblicato sul giornalino del Corpus Domini del 14 febbraio 2021. Per scaricare il giornalino in pdf, clicca qui.